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Un tale... (note di regia)


Identità. È l’insieme dei caratteri particolari che individuano una persona, una cosa, un luogo, distinguendolo dagli altri. Identità di genere, identità nazionale, identità europea… se ne fa un gran parlare oggi… Il nostro documento di riconoscimento si chiama carta d’identità e contiene i dati strettamente personali di ciascuno.

Si dice poi stabilire, verificare, scoprire, riconoscere l'identità di qualcuno. Operazione non sempre facile. In molti casi la ricostruzione è ardua. In un solo caso è ardua e futile… È il caso di quel tale di cui tutti hanno certezza del nome… e basta. A dire il vero qualcuno mette in dubbio anche il suo nome. Di lui non conosciamo nessun dato strettamente personale, ma tutti lo abbiamo studiato, imparato, assimilato in ogni parte del globo terrestre. Qualcuno dice che quel tale ha insegnato a tutto il mondo come comprendere la natura umana. Qualcun altro si è spinto ad affermare che ci ha addirittura inventati, che senza di lui non conosceremmo l’umano come lo comprendiamo oggi.

Per me la cosa più rilevante è che quel tale è stato senza alcun dubbio un uomo di teatro, il più grande uomo di teatro, e che ha inventato una quantità gigantesca di personaggi giganteschi. E in ognuno di questi giganti ha racchiuso la vita. Oserei persino dire che questi personaggi hanno cambiato la vita del genere umano. Per questo quando ci riferiamo a quel tale parlare d’identità è futile. La sua è un'identità universale, globale e multiculturale. In altri termini lui appartiene a tutti. E se così è, puoi divertirti a pensare che è (stato) tuo concittadino, tuo connazionale o tuo parente. E su questo pensiero ci puoi anche costruire un gioco. Un gioco, sì.

Come in Sugnu o non sugnu. Il gioco di un gruppo di teatranti siciliani che si divertono a far finta che quel tale sia stato loro conterraneo (plausibilissimo), che abbia avuto una vita comune, con una grande donna al suo fianco che l’ha aiutato e sostenuto sempre, sia nei momenti di gloria che nei momenti di crisi, che nonostante qualche scappatella extraconiugale, lo ha amato pienamente facendo di tutto pur di vederlo felice e realizzato. Una coppia come tante, che magari ha avuto un cane che si divertiva a cacciare conigli, e che per questo spariva sempre, tanto che ad un certo punto i due hanno cominciato a metterne in dubbio l’esistenza: il cane esiste davvero o no… c’è o non c’è… essere o non essere… to be or not to be… sugnu o non sugnu…

La ricerca di un cane in una notte insonne, come le madeleine della Recherche proustiana, scatena pensieri, emozioni, memorie sepolte. L'interrogativo esistenziale del vivere (to be/essere/sugnu) o morire (not to be/non essere/non sugnu) incupisce e cambia il gioco. Riaffiora il ricordo di un figlio morto e la consapevolezza di un patrimonio letterario, culturale e umano (teatrale) immortale.

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